domenica 12 giugno 2016

Franco D'Alfonso: Il voto a Milano

E' probabile che continui ad avere qualche problema di ricezione mail , perchè dopo il risultato del voto non ho ricevuto più nessun commento sulle elezioni a Milano e sul ballottaggio . Le liste di sinistra-ista-ista con Sala e contro Sala arrivano al 6 % scarso . Mi asterrei dal commentare il risultato della lista "Alternativa municipale" , messa in piedi da un paio di socialisti utilizzando gli argomenti municipalisti che sostenevo ( e sostengo, peraltro) al tempo della Lista civica per Pisapia alla quale si opposero con la stessa determinazione odierna, sostenendo in quel caso la lista del Pd, considerando non attuale il tema e non-socialista Pisapia . Tra i risultati complessivamente modesti e lontani dall'essere soddisfacenti fra i candidati socialisti come cifra individuale, l'unico che abbia una minima rilevanza è il mio , per circa 800 preferenze, sufficiente a garantire una presenza in Consiglio Comunale. Questi i fatti, mi piacerebbe sentire qualche dotta valutazione sull'utilità del variegato pannello di scelte utilizzate in questa occasione.. Resta il fatto che si va al ballottaggio e che il rischio di seguire il pifferaio Dario Fo ( voto Parisi per mandare a casa Renzi ) seguendo altri ragionamenti del tipo di quelli che hanno spinto a presentare liste inesistenti , per qualcuno immagino sarà concreto.. Il voto di Milano, nelle mutate situazioni politiche, non è molto distante da quello di cinque anni fa : la differenza è ovviamente che la tendenza nazionale è passata da bipolare a tripolare , il che non aiuta certo il centrosinistra, ma m5s ancora una volta a Milano si fermano circa alla metà della loro media . Le sensazioni sono importanti , ma anche i numeri lo sono. Prima di parlare di "grande avanzata" del centro destra , guardiamo percentuali ma soprattutto numeri assoluti. Ragionando in termini di pura percentuale , Pisapia nel 2011 era al 47 % con la Moratti al 42 %. Oggi Sala è al 42%, avendo perso in coalizione il 3,5 % di Rizzo e l'1,5 % di Cappato: esattamente il livello del 2011. Parisi è al 41%, avendo però in coalizione il centrista Palmeri che nel 2011 prese il 6% . Più significativo il ragionamento sui voti in valore assoluto. Hanno votato quasi 100 mila persone in meno in totale. La gara fra i maggiori candidati è stata quella del "gambero", perchè se Sala ha preso 92 mila voti meno di Pisapia, Parisi ne ha presi 55 mila meno della Moratti . I voti persi dal centrosinistra si trovano : 17 mila che avevano votato solo per il sindaco Pisapia e non per le liste ; 35 mila voti persi dai partiti della coalizione del 2016 27 mila in liste radicali e basilio che hanno avuto praticamente gli stessi voti del 2011 in valore assoluto. Considerando che in coalizione sinistra+idv hanno perso quasi 20 mila voti la natura di questi voti pare di "sinistra". Parrebbe quindi che un potenziale di recupero di 50/60 mila voti stia in un bacino del non voto di sinistra, cui aggiungere circa 20 mila voti potenziali di Basilio . Quindi circa 80 mila voti "sinistri" da recuperare oltre ai 10 mila Radicali ( che hanno annunciato oggi di votare per Sala : pensiamo almeno in tre-quattromila ) . L'area di recupero di Parisi sembra invece già stata esplorata avendo "ripreso" i 27 mila voti di Palmeri del 2011. ( se li avesse avuti anche allora il centrodestra sarebbe stato davanti a Pisapia al primo turno, come oggi non ha fatto) . Molto teoricamente, gli restano ca 40 mila voti della Moratti 2011 su cui lavorare con un richiamo, essendo sparite le altre liste di destra che nel 2011 misero assieme circa 26 mila voti ( presumibilmente già sul candidato di centrodx) Non considero in questa valutazione i 50 mila voti grillini, che sono "saliti"di circa 30 mila rispetto al 2011 ma sono scesi di 12 mila rispetto alle ultime regionali . Conclusione : il vantaggio potenziale di Beppe Sala è solido se si resta su una valutazione locale, sul sindaco e sulla qualità e particolarità politica di Milano , come fu per Pisapia nel 2011 . Tutte le questioni su periferia, sicurezza etc sono stati aRGOMENTI PERDENTI NEL 2011 PER IL CENTRODESTRA ED ININFLUENTI OGGI : a dispetto delle grancasse televisive, la Lega "migrazione 0 " di oggi vale esattamente la Lega di "Zingaropoli" del 2011 : 57 mila voti sono diventati 58 mila , non 580 mila ! Il fatto che la "vecchia" amministrazione sia compatta dietro Sala rassicura . Le difficoltà che il candidato del centrosinistra deve affrontare e la possibilità concreta di perdere nonostante il gradimento al 61 % ancora ieri per l'operato della Giunta uscente derivano solo ed esclusivamente dall'aver dato valenza politica nazionale alla candidatura Sala ( non al voto di Milano, che è per forza nazionale ) con questa infinita menata sul "renzismo" dello stesso e sulla sciagurata scelta, avallata da Giuliano, di attribuire il valore dell'esperienza "arancione" alla solita compagnia di giro di Sel, ieri Rifonda oggi (forse) Sinistra Italiana e non so cosa altro , che ha pure perso 10 mila voti rispetto al 2011 (non recuperati da Rizzo) . Per definizione il ballottaggio è il giorno del dentro-fuori . Per definizione si tratta di una "nuova" elezione e non del proseguimento del primo turno, dal quale può prendere le tendenze ma non necessariamente mantenerne il verso . Quindi, che fate ? Seguite il solito ragionamento delle sponde del biliardo, abbatto il Pd a Milano così facciamo fuori Renzi e vinciamo i referendum , rispolverando il vecchio detto " di sconfitta in sconfitta verso la vittoria " , che regala la gestione della sinistra ai soliti nomi ispirati dal "sconfitta sia basta che sia mia " ? Seguite l'esempio fulgido di Biscardini che non è ancora contento di aver messo in piedi candidatura e lista per sindaco con il risultato peggiore di sempre in assoluto fra tutte le liste presentate a Milano da quando esiste l'elezione diretta ( meno voti di fucsia, basta piste ciclabili ed altre liste dai nomi più improbabili) , riesce a finire in minoranza fra gli ultimi tredici iscritti al Psi di Milano ed imperterrito si aggira dicendo che "i socialisti valuteranno " e medita un "appoggio" a Parisi che è più vicino alle istanze etcetera ? Non sarebbe il caso di tornare al Vangelo , ad un bel " Il sì sia sì , il no sia no. Tutto il resto è del maligno " ? Fraternamente Franco D'Alfonso

7 commenti:

giovanni ha detto...

Caro Franco,
hai sicuramente problemi di mail, perché di analisi del voto (nazionale e locale) ne sono passate almeno tre (Astengo, Besostri, Marossi).
Detto questo, ti ringrazio per la tua mail e intervengo solo su alcuni punti (altri, se vorranno, ti risponderanno sul resto).

1) capisco molti dei tuoi argomenti, ma mi sembra che tu sottovaluti molti aspetti: la fine, non gloriosissima, dell'esperienza di Pisapia (per cui TUTTI INSIEME, nel 2011 ci battemmo: come sai, ma lo ripeto per l'ennesima volta, credo che il principale responsabile di ciò sia Giuliano - e si vede nel pessimo risultato di sinistra per Milano) e il fatto che che il voto per l'amministrazione municipale milanese non sia mai un voto solo locale. Tanto più con il ballottaggio

2) detto questo, personalmente al secondo turno voterò (senza entusiasmo) Sala (se però ci fosse stata dall'altra parte un grillino, avrei annullato la scheda). Apprezzo il fatto che, con qualche polemica, tu ti rivolga a noi che non l'abbiamo votato al primo turno, perché sei conscio della necessità di recuperare quei voti a sinistra che sono mancati al primo turno. Perfetto. Mi faresti allora un piacere? Mandi una mail simile a questa ai tuoi tanti compagni di cordata che continuano a definirci l'asinistra, i residuati, i pasdaran, gli ideologizzati e (Renzi) i non pervenuti? Perché a furia di essere trattati a pesci in faccia, capisco la tentazione di molti di restare a casa o peggio...

3) Il risultato della tua lista: certamente buono, ma è la seconda volta che in testa ci sono dei boy(girl)-scout...

Un caro saluto e in bocca al lupo per tutto

Giovanni

sergio ha detto...

Caro Giovanni, ho sostenuto la lista civica BEPPE SALA SINDACO NOI MILANO e Franco D’Alfonso nello specifico. Se ci mettiamo a pesare chi ha insultato e irriso di più gli avversari credo che non ne verremmo più a capo. Franco, con dei toni sicuramente polemici (ma la polemica, come mi insegni, è il sale della critica) invita a riflettere politicamente su dei fatti reali, molti dei quali largamente prevedibili prima del loro inveramento. A Milano, dopo il risultato delle primarie, la posta in gioco era chiarissima. Tenere in vita, da parte di chi si professava di sinistra, un’esperienza di centrosinistra, sicuramente non priva di ombre (anche se a mio avviso le luci sono più forti), oppure lasciare via libera al centro destra. di fronte a questa alternativa lapalissiana, invece qualcuno ha preferito fare la scelta identitaria, come se questa non avesse influenza sull’alternativa di cui parlavo.
I temi sollevati prima e durante la campagna elettorale da D’Alfonso centrati sul municipalismo e sul partito della città, sicuramente ancora minoranza ma non marginali nel dibattito politico cittadino, rappresentavano l’occasione su cui costruire una presenza ‘socialista’ in Consiglio comunale più rappresentativa. Così però non è stato e su questo non ho letto nessun ripensamento critico.
Il fatto, ad esempio, che Carlo Tognoli e Piero Borghini abbiano sottoscritto un Appello in cui non solo si sostiene Sala, ma si mette al centro Milano e la Città metropolitana dotate di risorse e poteri autonomi
dovrebbe aiutare a meditare sull’occasione sprecata da molti che si dichiarano socialisti.
Ma vedo che (non tu) in nome della presunta lotta alla ‘deriva autoritaria’ renziana, si è rinunciato a ragionare su Milano e il suo ruolo e la sua specificità nel panorama politico nazionale.

luciano ha detto...

Caro Giovanni,

ma allora ci sei cascato ? Ci siete cascati ?

Io invece ho capito subito che un ragazzo dell'intelligenza di Franco non poteva avere scritto una cosa così livorosa nel momento in cui tenta di racimolare uno per uno i preziosissimi voti che occorrono per far prevalere Sala, nonostante tutto.

Infatti una rapida indagine mi ha consentito di scoprire che quel testo è stato inviato alla mailing list del Rosselli da un addetto stampa, all'insaputa di Franco che non l'aveva approvato. Il maldestro collaboratore, per punizione, è stato trasferito ai servizi cimiteriali, a verbalizzare le esumazioni. Spero che con Sergio e Marilena il nostro assessore sarà più indulgente.



Ho anche scoperto il testo della vera lettera che Franco D'Alfonso stava per mandare quando si è accorto dell'infortunio:



luciano ha detto...

"Cari compagni del Circolo Rosselli, non aspetterò l'esito del ballottaggio per dirvelo: avevate ragione voi. Candidare Sala è stato un colossale errore.

Del resto, se il gradimento della giunta Pisapia, ancora oggi, raggiunge il 61 %, mentre il nostro candidato si è fermato 20 punti sotto ed ha sostanzialmente pareggiato con Parisi, è chiaro che non ha funzionato. Anche a voi saranno arrivate le mail disperate dei consiglieri comunali del PD che, ringraziando i supporters, li incitano a spiegare che i due candidati “non sono uguali”; ancora, a una settimana dal ballottaggio !!! E per carità di patria evitano di dire che il nostro è il più scarso.

Non è che mi mancasse una chiara visione delle cose. Nel mio libro "Il partito della città" l'avevo spiegato che bisognava presentarsi puntando sulla continuità con Pisapia e candidando a sindaco uno degli assessori; mentre Sala impersonava un insieme di cose tutte negative: l'eredità della giunta Moratti, il ritorno all'idea del predominio della mera tecnica sulla politica (riecco l'amministratore di condominio !) e, non ultimo, il tentativo di Renzi di normalizzare l'anomalia milanese imponendo un personaggio che è la quintessenza del partito della nazione.

Quello che è successo dopo, anche se non ve l'ho mai spiegato, l'avete capito da soli. Pisapia ha fatto bene il sindaco ma di politica non capisce una cippa. Per qualche anno mi ha dato retta, tanto che per tutti ero diventato l'ideologo arancione. Ma poco più di un anno fa non solo ha smesso di ascoltarmi ma ha cominciato ad inanellare una serie di cappellate da non credersi. Beh, è inutile che infierisca, le avete viste anche voi. Ad un certo punto noi assessori abbiamo capito che se l'avessimo seguito nelle sue mattane sarebbe finita malissimo. Renzi gioca duro e in quel marasma avrebbe sicuramente affondato il colpo, imponendo Sala e facendo tabula rasa. Allora presi dal panico abbiamo deciso di salvare il salvabile salendo su quella scialuppa. Non l'abbiamo fatto, almeno non io, per conservare la poltrona. Ma perché l'esperienza di questi anni è stata esaltante e non volevamo che si interrompesse così.

Ci siamo anche un po' illusi che Renzi, che allora pareva Re Mida, e il traino dell'Expo, e la disgregazione del centrodestra, avrebbero garantito una vittoria facile.

Eppure i segnali che non c'era da stare sereni erano evidenti. Basti pensare alle primarie, che hanno certificato che Sala era in netta minoranza nel nostro popolo e dove abbiamo vinto solo con il trucco della doppia candidatura “contro” (un giorno vi racconterò i retroscena, ora capite che non è il momento).

Ed anche che l'arroganza sfrenata di Renzi avrebbe stufato si intuiva.

Ma ormai la macchina si era messa in moto e voi sapete come funzionano queste cose.

Veniamo all'oggi. Ormai la frittata è fatta ed il ballottaggio del 19 è ad altissimo rischio. Tra i due contendenti, sul piano delle qualità individuali, non vi sarebbe partita. Però voi sapete cosa significherebbe una vittoria di Parisi. Il comune di Milano ritornerebbe nelle mani di quelli che cinque anni fa cacciammo tutti insieme: i berluscones, Salvini, De Corato, la Gelmini e compagnia cantante. Non vi ho citato i ciellini perché con voi sono franco di nome e di fatto: la compagnia delle opere ce la cucchiamo comunque, sia che vinca l'uno sia che vinca l'altro.

Mettetevi una mano sulla coscienza e non fate peccati di orgoglio. A volte nella vita bisogna saper scegliere il male minore e voi sapete benissimo che il male minore è Sala. Conto sulla vostra intelligenza politica.

Un saluto fraterno, FdA



luciano ha detto...

Ed ecco la mia personale risposta:



"Caro Franco, innanzitutto mi congratulo con te per la tua affermazione elettorale. Al di là delle nostre divergenze, sai che la stima e l'amicizia non sono mai venute meno e che ti auguro sinceramente di tornare in giunta con un ruolo di primo piano. Un socialista a Palazzo Marino, almeno uno, non può che farci immensamente piacere. Se poi, per il futuro, anziché ricordare ogni tanto a noi questa tua matrice (ce lo siamo segnato), la ricorderai di più a te stesso andrà ancora meglio.

La tua lettera ti fa onore: conferma la tua onestà intellettuale e la tua intelligenza politica.

Sono certo che, tra i nostri quattro gatti, molti seguiranno la tua razionale indicazione.

Io non farò nulla per dissuaderli, anche se personalmente non me la sento di fare altrettanto.

Come sai, giudico il fatto che il Pd ed il governo siano guidati da un megalomane di destra un pericolo per il Paese ed una tragedia per la sinistra. La vicenda della riforma elettorale e costituzionale dimostra che si è imboccata una china rovinosa, senza neppure capirne le implicazioni.

Vi sono quindi, per me, due priorità contrapposte: il bene del Paese ed il bene di Milano. Per il primo dovrei contribuire in ogni modo possibile alla sconfitta di Renzi, per il secondo dovrei turarmi il naso e votare Sala.

Anche se l'obiettivo nazionale dovrebbe logicamente prevalere su quello locale, non ho l'animo di votare per Parisi.

Se leggessi un’altra uscita antisocialista e qualunquista di Sala come quella di ieri (ha detto che “negli anni 80, mentre Parisi collaborava con De Michelis, lui lavorava in fabbrica”: sic !) potrei ripensarci, ma per ora reggo.

Quindi ho deciso di non votare. Sarà la seconda volta: la prima fu nel ballottaggio del 1993 e non me ne sono mai pentito perché i “barbari” che anche allora dovevamo fermare non furono neanche così male.

Non volermene, sai che - giusti o sbagliati che siano - mi muovono sempre principi e ragionamenti generali e mai interessi personali.

Prima ancora che socialista sono kantiano. Ed è un bel fardello !

Fraternamente.

Luciano Belli Paci

felice ha detto...

Nuovi rapporti con la Città Metropolitana? Quando si sono intraprese azioni concrete contro una legge demenziale, ribattezzata Del(i)rio i compagni sono stati lasciati soli. Nella giunta Pisapia contro ogni logica si sono affidate a assessori diversi le deleghe al DECENTRAMENTO E ALLA CITTA' METROPOLITANA. L'ente è stato appaltato al PD, per ottenere qualcosa o impedire qualcos'altro, anche minimo, come impedire la chiusura di una rivista di prestigio, si è scoperto in ritardo che bisognava rivolgersi a quel Partito non al sindaco metropolitano. Bene che Tognoli e Borghini vogliano imprimere un altro indirizzo, ma dipenderà da Sala .e, che almeno finora appare meno indipendente dal PD di Pisapia. Talmente dipendente che per il ballottaggio sono stati discriminati chi alle primarie aveva appoggiato la Balzani, invece di Maiorino. Sembra che per poter sostenere il centro-sinistra bisogna essere addestrati come i salmoni a nuotare controcorrente. Allo schieramento, anche contando chi ha fatto scelte autonome, sono mancati tra i 45.000 3 i 95.000 dello schieramento che elesse Pisapia. Avrà significato politico o son fatti personali?


Felice C. Besostri

roberto ha detto...

Credo anchio che ci siano stati problemi di ricezione.

Un mio primo commento ai risultati elettorali, comprese le ragioni di una lista e di un voto assolutamente deludente di Alternatiìva Municipale ho già avuto modi di esprimerlo.
Non ho vuluto analizzare il risultato delle preferenze dei singoli candidati che interessa meno. Sul resto dico solo a Franco ciò che ho avuto modo di dire e di dichiarare per tempo e cioè che "con un altro candidato del centrsinistra (Pisapia per esempio), e con un PD simil 2001 molto probabilmente io ed altri socialisti (al di là della decisione di non candidarsi comunque) come allora ci saremmo candidati nuovamente con il PD.
E' su questo che con molta calma bisognerebbe discutere.
a presto
Biscardini