martedì 4 luglio 2017

Paolo Bagnoli: sinistra-destra o destra-destra?

nonmollare quindicinale post azionista | 002 | 03 luglio 2017 _______________________________________________________________________________________ la biscondola sinistra-destra o destra-destra? paolo bagnoli lo slogan della destra sul tramonto del conflitto destra-sinistra – la brutta fine del “partito della nazione” – il regno della confusione I tempi di crisi lo sono anche di confusione. Anzi, una delle loro cause principali, risiede proprio nella confusione delle idee. Noi ci siamo dentro da troppo tempo, ma nel torpore rabbioso che ci attanaglia anche la voglia di capire, nonché di reagire, sembra essersi assopita. Si ripetono, così, logori ritornelli, frustre parole per attestare di una concettualità che non c’è perché se ne è andata oramai da un bel tempo. La confusione delle idee induce pigrizia intellettuale tanto si è sicuri di verità di senso comune; un qualcosa, come sappiamo, che è vero solo perché, appunto, di senso comune; per vulgata. non certo per fondatezza logica, storica, culturale e politica . Di esempi ne abbiamo a volontà, ma ce n’è uno, a nostro avviso, particolarmente persistente e anche ricorrente in stagioni diverse dall’attuale. Ci riferiamo al conclamato superamento delle categorie di destra e di sinistra, frutto di una cultura smarrita e di una politica interessata a far valere che si tratti di una cosa vera. Eppure la verità è elementare e poiché, storicamente, la destra è prevalente e più forte della sinistra, sostenere il superamento delle suddette categorie è un’operazione interessata per renderla ancora più forte e, magari, cancellare la sinistra non solo sul piano sociale, ma anche concettuale. Sostenere che il superamento è nei fatti di un mondo che evolve suona come un’umiliazione dell’intelligenza oltreché come negazione della storia e della sua concretezza. La debolezza culturale di quella che si chiama sinistra non elabora, per lo stato politico di smarrimento in cui versa, una risposta adeguata. Non per questo si può cedere alla remissione dell’indignazione. Stefano Rodotà, recentemente scomparso, era uno di quelli che si indignava. Sbottava: «Basta con questa storia che non c’è più distinzione tra destra e sinistra! La distinzione c’è eccome, per me al centro della politica ci sono la dignità, l’uguaglianza, i diritti, la ridistribuzione delle risorse. Non è sinistra, questa?» Parole sacrosante. La tesi ha trovato nuovo vigore con l’affermazione di Macron. A parte il fatto che è ancora troppo presto per sapere dove la sua marcia condurrà, già dalle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale che hanno registrato un’affermazione ponderosa del suo partito, si coglie come il successo riportato non abbia superato politicamente le due categorie. Al di là dei dati numerici riportati dall’insieme dei non macroniani. Il tentativo di definire il partito democratico quale “partito della nazione” altro non era se non dichiarare archiviate le due categorie. L’operazione è finita in farsa, ma fino a un certo punto; infatti, la oramai compiuta identificazione di quel partito con il suo leader, risolve in questi la questione. Il vento che viene dalla vicina Francia è il fattore subliminale dell’operazione completata a Milano nel corso dell’assemblea dei circoli democratici. Forse lo spumeggiante Matteo Renzi pensa di inaugurare un simil bonapartismo all’italiana e questo è il senso che sembra dare alla scadenza elettorale che verrà. Niente intese, nella speranza di convincere gli italiani a consegnarsi nelle sue mani: questa sembra la sostanza del messaggio che viene da Milano anche a costo di pagare il prezzo di altri addii per la cui realizzazione non si stanca di offrire continui motivi rimarcanti le sostanziali incompatibilità di convivenza in un partito che è suo e che vuole solo suo. Affidarsi, quindi, e poi vedere quale sarà il quadro che esce dalle urne. A fronte di ciò il richiamo, veramente patetico, al centro-sinistra segna solo il livello zero di coloro che si pongono come suoi competitori e quali potenziali collaboratori nel governo del Paese. Il richiamo non ha presa, di progettualità non si vede nemmeno l’ombra, il tema della sinistra continua a essere confuso e inesistente al di là dei temi programmatici sui quali si dichiara di volersi battere. Paradossalmente la cifra politica di Renzi è ben più forte di quanto si colloca alla sua sinistra. Nel frattempo la destra, se riuscirà a rimettere 6 nonmollare quindicinale post azionista | 002 | 03 luglio 2017 _______________________________________________________________________________________ insieme i propri cocci, ha buone probabilità di vincere la partita e i 5Stelle continuano a rimanere un’incognita densa di avventurismo e improbabilità; di una affidabilità democratica nemmeno minima. In tutto questo baillamme Silvio Berlusconi appare in grande spolvero e Romano Prodi, armato di tenda, vaga in cerca di un campeggio.

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