mercoledì 16 agosto 2017

Stefano Rolando: Di Maio e Pertini

Che un giovane parlamentare italiano, come Luigi Di Maio, per giunta con l’incarico di vicepresidente della Camera dei Deputati (che fu per molti anni l’incarico di Sandro Pertini) dichiari di avere Pertini come modello, non mi scandalizza e non mi incita a guerre di lesa maestà o di “impertinenza” irriguardosa (come ho letto in questi giorni). Le ironie esplose in rete sono, in verità, comprensibili. Ma che da un movimento spesso galleggiante nella non memoria appaia un segnale alla ricerca di qualche identità ricomposta con le migliori storie di questo Paese è in sé notizia da non gettare nel tritacarne della rissa politica quotidiana. Per chi da tempo ha a cuore primariamente la cura di quelle storie (qui parlo anche come membro del comitato scientifico della Fondazione Pertini) quella dichiarazione viene tuttavia ora trascritta nel quaderno degli “osservati speciali”. Pensieri e parole di Di Maio saranno materia esaminata con l’attenzione che la sua dichiarazione richiede. Nella speranza che gradirà parimenti i giudizi di eventuale coerenza e di eventuale incoerenza che da oggi è lecito esprimere come abbiamo fatto con noi stessi e con la nostra generazione che, anche più giovane di Di Maio, scelse Pertini come modello.

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