mercoledì 6 dicembre 2017

Giampaolo Mercanzin: 4 dicembre

Non so perché, non so per cosa, probabilmente i vari maggiorenti sono impegnati esclusivamente su grandi discussioni sulle liste elettorali. Certo è che la data del 4 dicembre mi sembra già dimenticata. Personalmente speravo che si ricordasse invece un fatto così importante successo un anno fa. So benissimo che il risultato del referendum costituzionale non è solo merito nostro, ma di tutto un arco di forze sociali che hanno rutenuto di cassarlo in quanto pericoloso per le libertà collettive ed individuali. Ma non posso trascurare quella grande dimostrazione di volontà popolare che si è espressa ai più alti livelli di partecipazione da quando si è sperimentato il voto in una sola giornata elettorale. Per cui è il POPOLO che ha vinto, non le varie fazioni politiche. E chi dovrebbe farsi carico di ricordarlo, se non noi che l'abbiamo vissuto alla stregua dei nostri "padri costituenti" Di questo, forze di sinistra dovrebbero tener conto, primo perché sono per l'integrità della Costituzione, che nel suo impianto fondamentale è garante delle libertà e dei diritti dei cittadini; secondo perche le garanzie costituzionali servono soprattutto a chi si sente a sinistra in questo Paese, dove l'applicazione della stessa latita da parecchi anni. So che vi sono vari problemi che vanno risolti: Certo il "rosatellum" - che nome schifoso dopo che la legge elettorale del decennio scorso è stata definita dal suo mentore "porcellum" - è un grosso bastone tra le ruote di una democrazia che vuole rimanere tale e migliorarsi So che illustri giuristi, primo dei quali il nostro Felice Carlo Besostri, meritano tutti i nostri elogi ed il nostro sostegno (anche economico perché sacco vuoto non sta in piedi). Ma so anche che una vittoria va gestita e implementata. "A nemico in fuga nti d'oro" ricorda un adagio molto sensato, mi pare però che pochi lo seguano e si industrino per incalzare questo "avversario" fino a ridurlo a più miti consigli. Per citarvi un esempio: come socialisti padovani, associati nel "centro studi Francesco Feltrin" abbiamo prodotto una storia della Resistenza padovana (e limitrofa): La lotta partigiana a Padova e nel suo territortio" edita da CLEUP, iniziata dal defunto Feltrin stesso, segretario per anni del rispettivo Istituto Storico associato alla nostra univesità. L'abbiamo fatto pervicacemente in sua memoria, pur con nulle risorse economiche e tanta volonta di far conoscere quelle duemilatrecentodiciotto (2318) pagine cariche di fatti, di episodi e di nomi. non per noi, ma per i posteri. Stessa cosa speravamo e speriamo per quel referendum popolare di cui , a mio avviso, si dovrebbero riportare i maggiori argomenti ed i maggiori interventi. Spetta a noi, al "popolo di sinistra" sostenere questa propaganda, ma vedo che la grande carica idealistica e se posso anche agonistica, si è di molto assopita. Non sono un ideologo, né uno specialista, né un filosofo, né uno studioso; né un luminare. Sono solo un cittadino che da il proprio impegno a iniziative che ritiene giuste. Non vorrei che, come tante altre battaglie vinte, anche questa finisse nel dimenticatoio, o al massimo nelle ricorrenze. Grazie dell'attenzione. Giampaolo Mercanzin, pres. del Circolo E. Meneghetti di Padova.

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